WE contro le frontiere e le deportazioni !
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Week-end contro le frontiere e le deportazioni !
SABATO 11 GENNAIO
PRESIDIO SOTTO IL CPR di corso Brunelleschi.
Ritrovo ore 16 sotto le mura del CPR all’angolo tra corso Brunelleschi e Via Monginevro.
In caso di pioggia, ritrovo ore 15 in piazza della Repubblica, sotto i portici davanti all’edicola.
DOMENICA 12 GENNAIO
GIORNATA IN FRONTIERA
Ritrovo ore 11 davanti alla chiesa di Clavière
Porta la tua slitta, pranzo al sacco condiviso.
⚠️⚠️ AGGIORNAMENTO IMPORTANTE ⚠️⚠️
La biciclettata prevista per arrivare sotto le mura del CPR nel pomeriggio di sabato non si farà. E’ stata rimandata per via della presenza di un corteo contro la repressione in città nello stesso orario.
Ma la presenza solidale sotto le mura, soprattutto dopo le rivolte del 4-5 gennaio, e gli arresti, rimane fondamentale.
In concomitanza con il presidio di Torino, ci sarà un corteo contro il CPR di Gradisca aperto il 17 dicembre e il presidio contro il CPR di Roma a Ponte Galeria.
Ci troviamo alle ore 16 sotto le infami mura e rimarremo lì per un paio d’ore, in modo da permettere a chiunque voglia portare solidarietà ai reclusi, in questi tempi di calde rivolte e di repressione (sei reclusi sono stati arrestati in seguito all’ultima rivolta! ) di raggiungerci in corso Brunelleschi ed esserci anche in quel momento.
🔥 FUOCO AI CPR 🔥
LIBERI TUTTI
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Le frontiere interne si moltiplicano e perfezionano. Retate. Telecamere a riconoscimento facciale, Daspo urbani, leggi securitarie.
I muri esterni non fanno che aumentare: frontiere economiche e sociali create per selezionare, controllare, sfruttare. Frontiere fatte di guardie, documenti, con un mare di denaro tutto europeo.
L’UE si fa sempre più fortezza, con muri esterni costruiti direttamente in Africa, e sistemi di selezione e deportazione sempre più sofisticati.
Intanto in Italia si aprono nuovi CPR, centri permanenti per il Rimpatrio. Prigioni dove le ribellioni non si fermano mai. Due settimane fa il CPR di Bari è chiuso grazie alle fiamme date dai reclusi. A Torino le rivolte sono quotidiane. Ma il Decreto Minniti ha sancito la nascita di nuovi lager, e il CPR di Gradisca è già funzionante. Poi sarà la volta del CPR di Macomer, in Sardegna. E si attendono i CPR di Milano e di Modena.
In Valsusa, alla frontiera franco-italiana, le persone senza il “buon documento” continuano a essere bloccate e perseguitare dalle varie polizie. Cacce all’uomo nella neve, controlli razzisti nelle città e sui mezzi di trasporto. Intanto quelle stesse montagne sono attraversate da migliaia di turisti per cui la frontiera non esiste.
Invisibilizzare, tacere e reprimere sono le parole chiave attorno alle quali si ritrovano le guardie e gli esponenti del turismo.
Rompiamo l’indifferenza di quelle piste!
Basta lager di Stato.
Per un mondo senza frontiere né autoritarismi.