A Briançon, la strada non è ancora un’opzione. E’ nata una nuova occupazione!
Nella zona di Briançon ci sono migliaia di case vuote (2500 nel 2020, secondo l’INSEE), mentre nuovissimi chalet ospitano i ricchi per qualche settimana all’anno. Il numero di seconde case nella zona è stimato al 60% (sempre 2020, sempre INSEE).
Sulle montagne del Briançonnais abbondano le stazioni sciistiche, dirette verso il loro assurdo futuro. Per di più, la Francia sta pianificando di ospitare i Giochi Olimpici invernali del 2030, immergendosi ancora di più nel suo delirio ecocida.
A Briançon, la frontiera e lo Stato continuano a far sprofondare migliaia di persone nella miseria.
A Briançon, a Ventimiglia, in Italia, in Polonia, in Grecia e in tanti altri luoghi sono state tracciate delle linee, e a seconda di quale sia il lato della linea dalla quale ti trovi, puoi essere trattato come un essere umano oppure no.
A Briançon la solidarietà non gode di buona stampa. Negli ultimi tempi sono stati aperti molti squat abitativi, che hanno fornito alloggio a coloro che volevano trovare una sistemazione a lungo termine a Briançon: esiliati,persone senza documenti, precari, compagnx.
Arnaud Murgia, l’eterogeneo sindaco di destra della città, li ha sgomberati in modo sistematico e metodico, lasciando per strada senza nessuna proposta di alloggio alternativo persone senza risorse, a volte nel mezzo dell’inverno (il Pado nel dicembre 2023, la Familia nel gennaio 2024, per citare gli ultimi casi).
A Briançon, ricordiamo anche le retate di strada del settembre 2023, quando decine di migranti privi di documenti sono stati rastrellati dalla polizia e ne sono usciti con un OQTF (obbligo di lasciare il territorio francese). Mentre il fascismo detta la sua legge nell’Assemblea, e il nuovo Ministro degli Interni ha fatto della sua missione personale di calpestare ancora di più i diritti dei/delle migranti, a Briançon sappiamo che troveranno un fedele servitore nel municipio.
Eppure, a Briançon, vogliamo combattere gli immaginari razzisti e oppressivi.
Da anni, a Briançon, ci si organizza nella lotta contro le frontiere, per aiutare le persone senza il buon documento che attraversano il confine. Una rete di attivisti e militanti si organizza da anni per affermare a gran voce che non esiste una crisi dell’immigrazione, ma semmai una crisi dell’accoglienza.
Compensare le mancanze dello stato, che si rifiuta di ospitare chi dorme all’addiaccio, denunciando le pratiche violente e la messa in pericolo delle persone alla alla frontiera franco-italiana, sono centinaia le persone che si incontrano e si impegnano in numerose associazioni e collettivi.
Siamo consapevoli del distacco che può esistere tra questi militanti e i residenti locali. I militanti contro le frontiere sono spesso demonizzati dalla stampa, le loro richieste distorte, le loro azioni screditate.
Eppure, che si tratti di residenti di lungo corso, di passaggio o di nuovi arrivati, tutti subiscono la violenza capitalista, la monopolizzazione delle montagne a vantaggio di pochi ricchi. La retorica oppressiva, sia essa razzista, sessista, transfobica o classista, ci minaccia, ci divide e ci indebolisce.
A Briançon, al numero 2 di route du Fontenil, abbiamo riaperto un ex bar sfitto di proprietà del Comune.
Il nostro obiettivo è trasformarlo in uno spazio autogestito in cui possano fiorire incontri e attività, aperto a chiunque voglia chiunque voglia fare un salto, fermarsi per un caffè, implicarsi. Ci auguriamo di vedere un’ampia gamma di cose: colazioni solidali, attività sportive, una biblioteca, un’infermeria. un infokiosk, e anche assistenza legale. Uno spazio per far vivere il territorio di Briançon, un luogo di cultura e di lotta, un luogo di solidarietà per la nostra città e non solo.
Affinché la solidarietà nasca dalle montagne, riuniamoci numerosi per per dare vita a questo spazio!