A Briançon, la strada non è ancora un’opzione. E’ nata una nuova occupazione!

A Briançon, la strada non è ancora un’opzione. E’ nata una nuova occupazione!

16 Ottobre 2024 Non attivi Di passamontagna

Nella zona di Briançon ci sono migliaia di case vuote (2500 nel 2020, secondo l’INSEE), mentre nuovissimi chalet ospitano i ricchi per qualche settimana all’anno. Il numero di seconde case nella zona è stimato al 60% (sempre 2020, sempre INSEE).

Sulle montagne del Briançonnais abbondano le stazioni sciistiche, dirette verso il loro assurdo futuro. Per di più, la Francia sta pianificando di ospitare i Giochi Olimpici invernali del 2030, immergendosi ancora di più nel suo delirio ecocida.

A Briançon, la frontiera e lo Stato continuano a far sprofondare migliaia di persone nella miseria.

A Briançon, a Ventimiglia, in Italia, in Polonia, in Grecia e in tanti altri luoghi sono state tracciate delle linee, e a seconda di quale sia il lato della linea dalla quale ti trovi, puoi essere trattato come un essere umano oppure no.

A Briançon la solidarietà non gode di buona stampa. Negli ultimi tempi sono stati aperti molti squat abitativi, che hanno fornito alloggio a coloro che volevano trovare una sistemazione a lungo termine a Briançon: esiliati,persone senza documenti, precari, compagnx.
Arnaud Murgia, l’eterogeneo sindaco di destra della città, li ha sgomberati in modo sistematico e metodico, lasciando per strada senza nessuna proposta di alloggio alternativo persone senza risorse, a volte nel mezzo dell’inverno (il Pado nel dicembre 2023, la Familia nel gennaio 2024, per citare gli ultimi casi).

A Briançon, ricordiamo anche le retate di strada del settembre 2023, quando decine di migranti privi di documenti sono stati rastrellati dalla polizia e ne sono usciti con un OQTF (obbligo di lasciare il territorio francese). Mentre il fascismo detta la sua legge nell’Assemblea, e il nuovo Ministro degli Interni ha fatto della sua missione personale di calpestare ancora di più i diritti dei/delle migranti, a Briançon sappiamo che troveranno un fedele servitore nel municipio.

Eppure, a Briançon, vogliamo combattere gli immaginari razzisti e oppressivi.

Da anni, a Briançon, ci si organizza nella lotta contro le frontiere, per aiutare le persone senza il buon documento che attraversano il confine. Una rete di attivisti e militanti si organizza da anni per affermare a gran voce che non esiste una crisi dell’immigrazione, ma semmai una crisi dell’accoglienza.
Compensare le mancanze dello stato, che si rifiuta di ospitare chi dorme all’addiaccio, denunciando le pratiche violente e la messa in pericolo delle persone alla alla frontiera franco-italiana, sono centinaia le persone che si incontrano e si impegnano in numerose associazioni e collettivi.

Siamo consapevoli del distacco che può esistere tra questi militanti e i residenti locali. I militanti contro le frontiere sono spesso demonizzati dalla stampa, le loro richieste distorte, le loro azioni screditate.

Eppure, che si tratti di residenti di lungo corso, di passaggio o di nuovi arrivati, tutti subiscono la violenza capitalista, la monopolizzazione delle montagne a vantaggio di pochi ricchi. La retorica oppressiva, sia essa razzista, sessista, transfobica o classista, ci minaccia, ci divide e ci indebolisce.

A Briançon, al numero 2 di route du Fontenil, abbiamo riaperto un ex bar sfitto di proprietà del Comune.
Il nostro obiettivo è trasformarlo in uno spazio autogestito in cui possano fiorire incontri e attività, aperto a chiunque voglia chiunque voglia fare un salto, fermarsi per un caffè, implicarsi. Ci auguriamo di vedere un’ampia gamma di cose: colazioni solidali, attività sportive, una biblioteca, un’infermeria. un infokiosk, e anche assistenza legale. Uno spazio per far vivere il territorio di Briançon, un luogo di cultura e di lotta, un luogo di solidarietà per la nostra città e non solo.
Affinché la solidarietà nasca dalle montagne, riuniamoci numerosi per per dare vita a questo spazio!