Da Lille a Gradisca : communicati dai CPR – LIBERTA’ !

27 Marzo 2020 Non attivi Di passamontagna

Questo ultimo periodo é stato segnato da agitazione anche nei CPR. Le rivolte e scioperi della fame si susseguono, più comunicati sono stati diffusi dai reclusi.

Seguono il comunicato del 15/03/2020 dei reclusi di Lesquin, vicino a Lille, e quello del 25/03/2020 dei reclusi di Gradisca.

DI TUTTE QUESTE GABBIE…


“PREFERIAMO MORIRE DI FAME CHE DI QUESTA MERDA!”-15 marzo 2020

Notizie dal CPR di Lesquin.

Venerdì, 13/03/2020, abbiamo saputo che almeno un caso di coronavirus era stato confermato all’interno del CPR. Se la persona è stata ricoverata, non c’é nessuna protezione per la nostra salute di fronte all’epidemia. Gli agenti della polizia di frontiera (PAF) hanno guanti e mascherine, e noi, niente.

Abbiamo quindi deciso di non utilizzare più gli spazi collettivi del centro di detenzione, al fine di
proteggerci, il vuol dire che non andiamo più nella mensa. Ergo, non mangiamo più da tre giorni, per alcuni di noi.

Altre conseguenze:
– l’associazione, solitamente presente per aiutarci ad affermare i nostri diritti, è assente.
Come possiamo difenderci e informarci?
– Sono proibite anche le visite dei nostri parenti e dei nostri sostenitori, rafforzando il nostro isolamento.
– molte udienze del giudice delle libertà e della detenzione sono rinviate, eppure solo queste udienze ci permettono di essere rilasciati. E non possiamo stare rinchiusi senza il permesso del giudice.
– la maggior parte delle rotte aeree internazionali (soprattutto verso l’Italia, il Marocco) sono
interrotte. Se in tutti i casi non possiamo essere espulsi, che senso ha trattenerci?

Per la nostra sopravvivenza e il rispetto dei nostri diritti, chiediamo la libertà immediata di tutte le persone rinchiuse nel CPR di Lesquin e in tutti i CPR !

 

Di fronte all’isolamento e all’ansia in cui ci troviamo, vogliamo fare sentire le nostre voci attraverso la trasmissione di questo messaggio. Giratelo !

Potete anche chiamarci ai numeri dello stand CRA per un saluto, chiedere come stiamo, e far uscire le informazioni !
Hall: 03.20.44.74.13
Zona A: 03.20.32.76.20
Zona B : 03.20.32.70.53
Zona C : 03.20.32.75.31

 


NEL CPR DI GRADISCA D’ISONZO LO SCIOPERO DELLA FAME CONTINUA E SI ESTENDE

La RICHIESTA D’AIUTO dal CPR di Gradisca è di diffondere il più possibile le volontà dei reclusi in sciopero.

Chiediamo quindi aiuto a tutt* per una massima diffusione.

Oggi, 25 marzo, continua lo sciopero della fame iniziato il 23 nel CPR di Gradisca, alcuni detenuti sono al terzo giorno senza mangiare. Ieri sono stati raccolti i nominativi di alcuni di loro, ma per ora non hanno ricevuto alcuna visita medica.

Lo sciopero si è ora esteso, le stime attuali sono di 50 detenuti in sciopero. Rispetto ai motivi della protesta: cibo avariato che crea problemi intestinali da giorni; condizioni igieniche generali all’interno del lager e l’impossibilità di avere vestiti e lenzuola pulite e prodotti per l’igiene personale (come uno shampoo); la paura per la diffusione all’interno del centro del Coronavirus dal momento che fino a 5 giorni fa, hanno continuato a portare dentro persone nuove, nonostante si fosse raggiunto il limite di capienza. Oggi si fa più forte la richiesta di essere liberati.

I reclusi ribadiscono di non essere né animali né criminali, di essere stati messi nel CPR a causa di problemi con i documenti che non possono risolvere stando chiusi nel CPR. Dichiarano che il CPR è ancor peggio di una prigione e che, se il virus entra, si ammalano tutti. Hanno paura, nel caso si ammalassero, che nessuno li aiuterebbe e li lascerebbero morire lì. I reclusi inoltre hanno smesso di mangiare anche per la paura che il cibo sia infetto poiché sia le guardie della struttura sia i lavoratori, che consegnano il cibo sotto le sbarre delle gabbie, escono ed entrano dal centro e potrebbero essere portatori del virus.

I reclusi sanno che altrove ci sono CPR che hanno chiuso e chiedono di essere rilasciati anche loro per poter tornare nelle loro case.

 

I reclusi sanno che altrove ci sono CPR che hanno chiuso e chiedono di essere rilasciati anche loro per poter tornare nelle loro case.

La richiesta a chi è fuori è di aiutare a che le volontà della loro protesta siano ascoltate.