Testimonianza dal CPR di Lyon Saint-Exupéry

Testimonianza dal CPR di Lyon Saint-Exupéry

7 Novembre 2020 Non attivi Di passamontagna

articolo di https://crametoncralyon.noblogs.org/ del 3/11/2020

Confinamento o meno, i CPR continuano a rinchiudere e a mettere in pericolo la vita delle persone prive di documenti, anche se le frontiere sono chiuse e i voli sono a priori sospesi. Attualmente si dice che ci siano almeno 80 persone bloccate nel CPR di Lione Saint-Exupéry in condizioni deplorevoli: assenza misure sanitarie, condizioni insalubri, cibo infetto, medici agli ordini della PAF (polizia di frontiera), il tutto accompagnato dalla sua parte di violenza e di insulti della polizia. Con la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria, i CPR rivelano il loro vero volto: non importa se le espulsioni vengono effettuate o no, l’importante resta per lo Stato di rinchiudere per terrorizzare e dissuadere chi non ha i “documenti giusti”. Obiettivo tanto più facile quando le visite, l’unico collegamento possibile con all’esterno, sono state sospese, e con loro, la possibilità di ricevere un po’ di soldi, cibo, credito, sigarette…
Così, invece di liberare tutti, lo Stato preferisce condannare alla prigione isolata i reclusiche si rifiutano di sottoporsi al test di Covid per evitare la deportazione.

Ecco la testimonianza di X, che è stato picchiato lo scorso fine settimana dalla PAF (Polizia di frontiera), che vuole diffondere l’ingiustizia che sta subendo all’interno del CPR per rendere visibile ciò che lo Stato e la prefettura preferiscono nascondere.

Non esitate a trasmettere la testimonianza e ad esprimere la vostra solidarietà chiamando le cabine direttamente nel CPR per sostenere i detenuti (Zona Nord: 04.72.22.09.19; Zona Ovest: 04.72.22.09.19; Zona Ovest: 04.72.22.09.19; Zona Ovest: 04.72.22.09.19; Zona Ovest: 04.72.22.09.19):
04.72.22.08.18; Zona Famiglia: 04.37.46.27.15).

Contro i CPR, contro i confini!

Ehi, come va dentro per te?

Onestamente, da quando sono qui, come vi ho detto, sono stato al Centro di detenzione quattro volte nella mia vita, beh quello di Lione è il peggiore, i poliziotti, non voglio confondere tutto, non tutti, ma i poliziotti che hanno colpito il signor Bokoko l ‘ultima volta, hanno colpito anche me l’altro ieri, per il niente, mi hanno preso in custodia per 24 ore, mi hanno legato, mi hanno legato ad un letto dove non c’è nemmeno un materasso, non c’è niente, non so nemmeno perché, non ho fatto niente. Sono rimasto 24 ore. Hanno spento il riscaldamento di notte, hanno aperto la finestra, non c’era il materasso, non c’erano lenzuola, non c’erano coperte, niente. Il poliziotto che mi ha colpito, ha più di 45 anni, è meticcio, forse indiano, non so, ha una macchia nera sulla fronte. Continua a picchiare la gente, soprattutto nelle camere da letto.

Non è la prima volta che picchia la gente, vero?

No, non è la prima volta. Ieri mi è passato davanti, c’erano quasi 8 persone accanto a me. Per fortuna c’erano dei civili. Lui è passato, ho detto alla gente: “Guarda, è il poliziotto che picchia tutti, mi ha colpito in testa, ha colpito il signor Bokoko l’ultima volta”. L’aveva fatto a pezzi. Dopo, il poliziotto ha camminato un po’, si è girato e ha detto: “Ascolta, ascolta, ti ho sentito che mi hai chiamato sporco figlio di puttana”. E non ho detto nulla. Non ho nemmeno cominciato a parlare, le 8 persone accanto a me hanno cominciato a gridare: “Smettila di mentire, non l’abbiamo mai sentito”. Non sto insultando nessuno qui, non ho mai insultato nessuno.

E il Forum dei rifugiati (Forum Réfugié) e il medico, ti hanno detto qualcosa?

Il dottore, è venuto a trovarmi dopo che mi hanno slegato. Perché te l’ho detto, mi avevano legato, infatti, stavo bussando dietro la porta, perché non capivo cosa ci facevo lì, mi hanno ammanettato e mi hanno legato con il nastro adesivo. Mi hanno ammanettato dietro la schiena e mi hanno legato le braccia e mi hanno legato i piedi e le gambe. 3 ore dopo sono tornati, mi hanno slegato perché le spalle mi facevano troppo male, erano tutte gonfie, anche ora mi fanno male. Questo significa che se vado a vedere un vero dottore ora, mi darà almeno una settimana di malattia o più, perché ho delle cicatrici blu e tutto il resto. C’è una cosa che non ho capito, perché la signora Elodie, che è la direttrice del Forum, era lì quando mi hanno preso e non ho fatto niente. Ma aspetta, finirò prima in isolamento. Appena mi hanno slegato, il dottore è venuto a trovarmi 10 minuti dopo. Non credo che sia un medico. Non è un dottore. Ha detto: “Sì, capisco, hai una cicatrice sulla fronte, hai dei lividi sulla testa”, ma c’era il poliziotto accanto a lui, ma francamente, per chi prendi la gente? Gli ho detto: “non sei un medico, anzi, vieni a trovarmi in isolamento, mi dici di mostrare le braccia, di mostrare le gambe, ma già, quando vieni a trovarmi, non dovrebbe esserci la polizia accanto a te, e la verità è che, gli ho detto, non sei un medico, sei un poliziotto, sei più di un poliziotto”. È più di un poliziotto, lo so, sono andato in infermeria il giorno dopo, sono andato a trovare l’infermiera per sporgere denuncia, tutto questo, mi hanno dato 0 giorni di ITT, ho mostrato all’infermiera, “guarda, ieri non ero così blu, non ero così gonfio”. Ha detto: “Sì, è vero, vado a parlare con il dottore”. Non mi hanno chiamato. E la signora Elodie, lei, il capo, volevo che fosse lei a prendere la denuncia, non so, ha partecipato, volevo che fosse lei a prendere la denuncia, era come un testimone quando mi hanno preso per niente. Non ho fatto niente, non l’ho insultata, niente. Le persone che li insultano, vedo, sono lì ogni giorno: “Fanculo tua madre”, ma la polizia non li porta dentro. E non ho fatto niente, mi ci sono volute 24 ore al freddo.

Perché pensi che ti abbiano fatto questo?

Beh, perché è il poliziotto contro cui ho testimoniato [a settembre]. È lui che mi ha colpito. Si vede com’è, come parla, mi dispiace dirlo, ma mi ha preso le palle e mi ha pizzicato, non l’avevo mai visto prima in vita mia, e quando mi sono mosso mi ha messo la testa contro il muro, Non so, contro un angolo, c’è una cicatrice, e in realtà, si è spaventato quando ha visto che c’era un po’ di sangue e tutto il resto, e da allora, appena ha visto che sanguinavo un po’, non l’ho più visto, è scomparso. L’ho visto proprio ieri sera, è entrato nella nostra cosa, gli ho detto “guarda, è lui che picchia tutti, perché picchi tutti? ». Ha camminato un po’ […] con il suo collega, poi si è girato e ha detto: “Ascolta, ascolta, signor X, ti ho sentito dire figlio di puttana”. Io non parlavo, la gente diceva: “Fermo, fermo, lui non diceva, non l’abbiamo mai sentito dire”. Dopo sono andato a trovare i civili, mi hanno detto: “Sì, abbiamo sentito molte cose su di lui [il poliziotto]”. La verità è che l’ultima volta, ha quasi ucciso un tipo qui, l’ha picchiato, gli ha messo un piede sul collo, non riusciva a respirare, proprio come me l’altro ieri, non riuscivo a respirare, perché mi hanno legato troppo, mi hanno legato troppo, non riuscivo a respirare. Mi sono mosso troppo, mi sono fatto male.

Volete parlare un po’ della situazione nel CPR con il nuovo lockdown?

Non fa alcuna differenza. Ci sono più visitatori, è normale. Vi dico che, da quando mi ha colpito, non vado in mensa, non mangio. Onestamente, non vado in cucina. Altrimenti, nel CPR, ci sono 80 persone. E’ tutto disgustoso. Hanno rilasciato due algerini.

Ma non avete informazioni precise?

No, ci sono 80 persone. I 20 più grandi, quelli che hanno passato più tempo, siamo io e un altro ragazzo che hanno portato in GAV (garda à vue), perché ha rifiutato un test. Ci sono due ragazzi che non sappiamo dove sono, i loro genitori stanno chiamando, ma non sappiamo dove sono.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Sinceramente, non capiamo nulla. Il turno di notte, ce ne sono due o tre, sono razzisti peggio di lui, credo. Ieri, ce n’è uno, mi ha spinto nella stanza… Perché l’altro ieri, infatti, quando ero in GAV (fermo), c’era una telecamera… Che cosa mi ha detto? “Voglio prenderti a calci in culo, voglio prenderti a calci in culo, peccato che non posso farlo. È un tipo grasso con la testa rasata. Ieri, in camera da letto, mi ha detto: “Cosa aspetti a fare un altro biglietto”. Ho detto: “Beh, chiedi ai tuoi colleghi”. Lui ha detto: “Tu chiudi la bocca”, io ho detto: “No, non chiudo la bocca”. Lui si avvicinò, mi spinse e io caddi. Era in camera da letto. Ha detto: “Quando parlo io, tu chiudi quella cazzo di bocca”. Ho riso, mi ha fatto ridere, ho detto: “Ho paura, francamente, mi fai paura, penso che sia sufficiente che vi diano qualche diritto così, e comincerete a uccidere la gente.” E’ una cosa pazzesca. Ci sono due squadre, in realtà. In quella di quella notte, ce ne sono un paio, sono disgustosi, schifosi, aprono la porta di notte, ti prendono la carta, ti chiudono la porta in faccia. Quando cerchi di aprirlo, loro spingono, dicono “chiudi la bocca o ti spacco la faccia”. Ieri ho provato ad aprire la porta, lui ha tirato la porta, mi ha spinto, mi ha detto: “Posso prenderti a calci in faccia, ma non ho molto tempo”. Perché non ci sono telecamere nella stanza. Ha detto: “Tu, non ti dimenticherò”. Ma io non faccio niente […]. Ora non riesco a camminare, non riesco ad alzare le braccia.