Buon compleanno a noi

Buon compleanno a noi

20 Dicembre 2020 Non attivi Di passamontagna

L’11 dicembre è stata chiamata dal Rifugio autogestito Chez JesOulx una passeggiata sul confine italo-francese, per ribadirne la presenza opprimente, e sottolineare il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine a presidiare la zona, quotidianamente teatro di respingimenti coatti.
Sotto lo sguardo persistente di Digos e polizia, abbiamo varcato il confine innevato, e ci siamo approssimat* alla PAF, dove era in corso un sedicente evento istituzionale presenziato da ONG dedite all’assistenza ai migranti, giornalisti, senatori e deputati europei. Questa pomposa presenza non ha impedito la cattura di 25 persone in viaggio, tra cui famiglie con bambini, anziani e donne in gravidanza: 20 persone sono arrivate alla PAF, le restanti 5 sono state bloccate poco dopo Claviere e rispedite a Oulx.
Con la rabbia generata dall’ennesima ingiustizia, abbiamo bloccato la PAF e il transito stradale affinché tali persone venissero liberate, tra l’arroganza e gli spintoni della Gendarmerie e della polizia frontaliera.

Solo dopo un paio d’ore, hanno iniziato a essere accompagnat* all’uscita e consegnat* alle vetture di Medicine du Monde, e successivamente portat* a Briançon. Da comunicazioni successive, abbiamo saputo che non sono state chieste impronte digitali né di firmare nessun documento. In un paio di casi, sono stati trasportat* all’esterno su barelle improvvisate dei pompieri, segno che le loro condizioni di salute erano precarie e sicuramente non adatte a un fermo di molte ore all’interno di una struttura detentiva. Inoltre ad una delle donne incinta è stato negato il diretto accesso in ospedale e le è stato impedito di salire sulle vetture delle Maraude (macchine delle associazioni Medicine du Monde e Tous Migrants incaricate di soccorrere le persone), per questo all’uscita dal fermo di 3 ore dichiarava di non sentire più il bambino.
Delle persone che sono state trattenute alla stazione di frontiera per diverse ore, la maggior parte sono state liberate, mentre le altre sono state rispedite in Italia, nonostante Medicine du Monde avesse assicurato che sarebbero state prese in carico da loro.
Al calare del giorno, dopo 4 ore di presidio, sono arrivati i rinforzi delle forze dell’ordine, costringendo il gruppo di solidali ad allontanarsi e a interrompere il blocco, con ancora alcune persone trattenute all’interno dei locali, poi respinte in Italia.
Questo è solo un esempio di quello che succede quotidianamente in frontiera e non solo. La risposta a questo sistema disumano non può essere l’offerta caritatevole, che si incasella in questo meccanismo assassino, né tanto meno il dispiegamento di un numero sempre maggiore di polizia: ancora una volta la risposta deve essere l’eliminazione totale di tutti i confini (esistenti solo per le persone e non certo per i capitali) e delle privazioni di libertà che ne derivano, nonchè dei meandri burocratici senza fine che minano il “diritto” di vivere un territorio.

Fino a quando ci saranno persone costrette a una vita di privazioni a causa di un pezzo di carta, rischiando il carcere (CPR) solo per essere indesiderate dal potere statale, finchè ci saranno centri di concentramento chiamati d’accoglienza che disumanizzano e infantilizzano, ai nostri posti ci ritroverete.

Nostra patria è il mondo intero.
Nostra legge la libertà.
No border No nation