IL TRIBUNALE DI TORINO CONCEDE L’ESTRADIZIONE DI EMILIO: APPELLO ALLA SOLIDARIETA’ E AZIONI DIFFUSE
La mattina del 1 ottobre i giudici della Corte d’Appello di Torino hanno concesso l’estradizione richiesta dallo stato francese. Emilio, ora ai domiciliari in Italia, dovrebbe scontare la misura cautelare preventiva in Francia e poi la pena in Italia. Sembra in ottimi accordi rispetto alla repressione, lo stato francese e italiano se lo rimbalzeranno per un po’ ingabbiandolo a turno nelle proprie maglie punitive.
Niente di più limpido: Emilio è perseguitato da entrambi i dispositivi polizieschi. In Italia in quanto compagno storico del movimento No Tav, opera che coinvolge anche la Francia; da ambedue gli stati perché dall’inizio impegnato nella lotta a questa frontiera. Il Tribunale di Torino si conferma esempio di repressione d’avanguardia, e consegnerà ben felice un Emilio ammanettato ai colleghi d’oltralpe, allontanandolo- questa volta di molto- dalla terra in cui vive e lotta. Meno problemi per loro. L’avvocato ha fatto ricorso. Se negato, l’estradizione può essere alle porte.
Questa sentenza non stupisce; la linea dei tribunali è questa da tempo. Reprimere sempre piú fortemente chiunque si organizzi, esprimendo e praticando il proprio dissenso, e implementare i propri strumenti repressivi. Gli ultimi processi e inchieste in campo d’immigrazione inoltre sono esemplari: la condanna di oltre 13 anni a Mimmo Lucano, l’ex-sindaco di Riace; le inchieste per favoreggiamento contro le barche delle ONG che operano in mare, o contro i triestini Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi. I quasi 170 anni di reclusione a cui, a maggio, sono stati condannati 63 compagnx per una manifestazione del 2016 contro il muro anti-immigrati di cui Vienna aveva annunciato la costruzione. L’imminente processo Scintilla, legato alla lunga lotta contro le infami galere per senza documenti (CIE, CPR). Ora, la concessione di un’estradizione per una misura cautelare preventiva.
Chiamiamo alla solidarietà e ad azioni diffuse. Non lasciamo Emilio solo! Contro l’estradizione! Invitiamo tuttx coloro che si sentono solidali ad agire, sui propri territori o altrove, ognuno a suo modo, con le proprie pratiche.
In frontiera, a Claviere è stata appena sgomberata la nuova casa cantoniera occupata. Questo spazio era stato occupato per ridare vita a un rifugio autogestito, e continuare -in vari modi- a praticare quella solidarietà diretta e concreta. E’ stata una piccola risposta- anche se breve – alla repressione in aumento in frontiera, e all’arresto di Emilio.
Ogni contributo è benvenuto.
Emilio libero!