UN VIAGGIO LUNGO UNA NOTTE INTERA PER VEDERE EMILIO

UN VIAGGIO LUNGO UNA NOTTE INTERA PER VEDERE EMILIO

14 Gennaio 2022 Non attivi Di passamontagna

pubblicato da Emilio Libero – Comitato di solidarietà
Dal piccolo paese di Bussoleno al carcere di Aix-Luynes ci sono di mezzo più di 300 km oltre alle montagne, al di là del confine tra Claviere e Monginevro. Un viaggio lungo una notte intera per arrivare all’appuntamento con Emilio Scalzo che era stato fissato alle 7:30 di mattina del 12 gennaio.
È da 45 giorni che Marinella, la moglie di Emilio, aspetta questo colloquio. In queste settimane non le hanno neanche concesso una telefonata. Per quanto riguarda Emilio, l’unico contatto con il mondo esterno (fatte salve le tantissime lettere che ha ricevuto da amici e compagni) è stato possibile per il tramite del suo avvocato francese, con il quale ha potuto avere un solo colloquio.
Emilio è stato arrestato a casa sua ai primi di dicembre 2021 e in brevissimo tempo è stato estradato in Francia, consegnato alla magistratura francese e tradotto in carcere. Una situazione del tutto eccezionale: Emilio non si trova in carcere per scontare una pena ma semplicemente come misura preventiva, scontando una pena per cui non è nemmeno stato condannato.
Fin dai primi di settembre, quando Emilio fu letteralmente catturato dalla polizia fuori dalla sua abitazione a Bussoleno, si è creato intorno al suo caso un vero e proprio accanimento giudiziario. Tant’è vero che per portare Emilio in Francia i magistrati del tribunale di Gap hanno anche scomodato il cosiddetto MAE, il Mandato d’Arresto Europeo, una norma comunitaria che semplifica l’arresto e l’estradizione di persone indiziate, al punto che gli stati europei non possono nemmeno più opporsi alla richiesta, ma solo acconsentire.
In questo caso l’arresto è legato ad una recente manifestazione al confine tra la Francia e l’Italia, proprio tra Claviere e Monginevro, lungo i sentieri che da anni sono attraversati a piedi da migliaia di migranti. I gendarmes francesi – gli stessi che respingono ogni notte coloro che tentano di passare la frontiera – fanno partire lacrimogeni e bombe stordenti contro i manifestanti. Emilio era rimasto in disparte, ma nonostante questo è stato comunque preso di mira da un gendarme in tenuta anti-sommossa, e a distanza di mesi ecco che arriva la denuncia per aggressione a pubblico ufficiale.
Siccome i fatti sono accaduti sul territorio francese e riguardano le forze dell’ordine francesi, l’accusa impugna il MAE per processare Emilio. Questo MAE esiste già da diversi anni, ma prima di adesso non era mai stato usato come misura preventiva ad una condanna. Invece in questo caso Emilio si ritrova in carcere in attesa che inizi il processo, una situazione che, a detta dei suoi avvocati, è assolutamente senza precedenti.
E allora, come sta Emilio dopo questi 45 giorni di detenzione? Uscendo dal colloquio, Marinella ha riferito ai compagni e ai familiari che l’avevano accompagnata che Emilio sta bene: è di ottimo umore, e ringrazia di cuore tutte le persone che gli mandano lettere e affetto. Nonostante le difficoltà con la lingua si sta integrando bene con gli altri detenuti, e quelli più giovani lo chiamano addirittura “tonton Emilio”, zio Emilio.
Nel frattempo, l’avvocato che sta seguendo il processo in Francia ha presentato un ricorso affinché la detenzione in carcere venga sospesa e sostituita con delle misure alternative – come l’obbligo di dimora – che gli consentirebbero di avere maggior continuità di rapporto con la sua famiglia durante la sua detenzione in Francia.
Ma anche se dovesse rimanere in carcere a Aix-Luynes, Emilio non sarà solo. Mentre il colloquio tra Emilio e Marinella si stava svolgendo, fuori dalle mura del carcere ci ha raggiunti Hélène le Cacheux, militante de La France Insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon che già in precedenza si era interessato del caso di Emilio. Le Cacheux era venuta per saperne di più in prima persona, e per mettere le basi di una rete di sostegno che possa supportare lui, la sua famiglia, e tutti coloro che si stanno mobilitando contro questa incarcerazione ingiusta e opprimente. Un supporto prezioso ora più che mai.