La frontiera uccide attraverso indifferenza e invisibilizzazione

La frontiera uccide attraverso indifferenza e invisibilizzazione

28 Gennaio 2022 Non attivi Di passamontagna
E’ stata pubblicata ieri la notizia di un’altra terribile morte su questa frontiera, il cadavere di un uomo ritrovato a Salbertrand, al fianco dei binari della ferrovia in direzione del confine, che si trova poche decine di km più avanti.
Solo pochissime righe, su un giornale locale parlano di un corpo ritrovato in avanzato stato di decomposizione, ucciso da un treno che lo ha travolto diversi giorni fa.
Una ennesima persona uccisa nel silenzio più totale, senza che nessuno se ne accorgesse, o senza che nessuno volesse farlo. Un’ennesima morte invisibile con responsabili precisi: la frontiera, gli stati che la necessitano e le guardie che la difendono. E’ la presenza degli sbirri che tappezzano i sentieri, che bloccano l’accesso a treni e autobus, che pattugliano le strade delle città e effettuano controlli mirati su persone razzializzate a obbligare chi non ha un documento a cercare vie di attraversamento sempre più pericolose e invisibili, come nascondersi dietro a un treno o sotto un camion. 
E di questa morte sono complici i media che ne parlano come di un “incidente ferroviario” e arrivano addirittura a ipotizzare un “tragico gesto volontario”. I giornali che sorvolano su qualsiasi dettaglio sulla persona, etichettata come “migrante” , “di origine africana”. Non si ha alcun tipo di informazione più precisa circa la regione di provenienza, l’età o l’identità. I media contribuiscono a invisibilizzare e camuffare queste morti che sono veri omicidi di stato.
La frontiera continua a uccidere nel silenzio e nell’indifferenza più totale. Come è successo con Fathallah, tre settimane fa, di cui ufficialmente non è stato reso noto nemmeno il nome. 
Non dimentichiamo queste morti, continueremo a darvi voce perché non rimangano silenziose.
Non perdoniamo i responsabili, a loro dirigiamo tutta la nostra rabbia e il nostro odio.
Contro ogni frontiera e contro ogni stato, per la libertà di viaggiare e vivere dove si vuole