POLONIA. SULLA MANIFESTAZIONE DEL 12/02 IN SOLIDARIETA’ AI RECLUSI NEI CPR E RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI

POLONIA. SULLA MANIFESTAZIONE DEL 12/02 IN SOLIDARIETA’ AI RECLUSI NEI CPR E RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI

17 Febbraio 2022 Non attivi Di passamontagna

traduzione da – https://www.facebook.com/nobordersteam

COMUNICATO STAMPA SULLA MANIFESTAZIONE DEL 12 FEBBRAIO CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE, IN SOLIDARIETÀ CON LE PERSONE DETENUTE

Sabato 12 febbraio si è svolta a Krosno Odrzańskie una manifestazione spontanea in solidarietà alle persone imprigionate nei centri di detenzione amministrativa.
Ci siamo riuniti in gran numero (200-300 persone) davanti al cancello dell’unità locale delle guardie di frontiera per protestare contro un sistema che toglie la libertà alle persone ed è un esempio eloquente dell’atteggiamento dell’Europa verso la questione migratoria.
La protesta era una risposta alla serie di scioperi che continuano a scoppiare nei cosiddetti “centri per stranieri”. In quel periodo c’era uno sciopero, tra gli altri, nel famigerato centro di Wędrzyn.
Scioperi, scioperi della fame e suicidi – le persone private dei loro diritti sono costrette a usare mezzi radicali di resistenza. Celle sovraffollate, nessun contatto con la famiglia e i propri cari, nessuna informazione sulla loro procedura di asilo, la paura della deportazione e l’incertezza che deriva dal fatto che nessuno conosce la data del loro rilascio.
Non accetteremo la criminalizzazione della migrazione, privando le persone della loro libertà, punendole per il loro arrivo e violando i loro diritti umani.
Non possiamo rimanere in silenzio. È nostro dovere gridare forte e pretendere giustizia.
Discorsi e testimonianze di persone imprigionate o con esperienze di migrazione sono stati letti davanti al cancello dell’edificio delle guardie di frontiera. Pensiamo che questo sia fondamentale perché si parla ancora di certi gruppi senza che loro stessi abbiano il permesso di parlare. Le discussioni sulla situazione delle donne senza la partecipazione delle donne non sono insolite nei media polacchi. Allo stesso modo, viene trattato il tema della migrazione – la narrazione è costruita solo sulle dichiarazioni delle guardie di frontiera, della polizia e dei militari.
I discorsi sono stati punteggiati da esibizioni di samba e da slogan contro le frontiere.
Abbiamo parlato della protesta contro le prigioni dei migranti e la criminalizzazione della migrazione che si svolgeva a Lione lo stesso giorno, sottolineando che questo è un problema internazionale e ciò che sta accadendo ora in Polonia è solo una parte del puzzle globale.
Poi siamo andati tuttx a fare una passeggiata intorno al centro in modo da poter arrivare alle finestre dell’edificio dove sono tenuti i detenuti. Anche se ci stavamo muovendo solo su un terreno pubblico e liberamente accessibile, la polizia ha iniziato a spintonarci. Il braccio armato dello stato ha cercato di provocarci come al solito. Sono stati usati manganelli e gas lacrimogeni contro i manifestanti. Dopo diversi minuti, vedendo l’aggressione crescente degli agenti ci siamo ritirati dal centro, verso la strada dove la polizia ci ha chiuso in un cordone. Anche se le persone bloccate lì non rappresentavano un pericolo, sono state comunque picchiate e riempite di gas. La polizia ha preso a caso individui nella folla, li ha buttati a terra e li ha trascinati alle loro macchine. Una squadra di guardie di frontiera è apparsa, anch’essa in tenuta antisommossa.
Undici persone sono state arrestate, nove delle quali sono attualmente accusate dal PM di aver aggredito un ufficiale della legge. Come promemoria, queste persone sono state trascinate a caso fuori dal cordone solo perché tenevano uno striscione o un megafono.


Al momento stiamo organizzando l’assistenza legale per i processi che li attendono in futuro.
Ora è il momento per tuttx noi di sostenerli. Vi terremo informatx su come potete aiutare. Ricordiamoci che la nostra più grande arma è la solidarietà!
Questo è il riassunto della giornata. Anche se senza dubbio la polizia polacca brama così tanto l’attenzione che sogna di oscurare l’essenza e gli obiettivi della manifestazione con le sue sciocche esibizioni, noi non lo permetteremo.
Come promemoria, oltre a dare incoraggiamento ai reclusi in detenzione, abbiamo chiesto cambiamenti specifici.
Chiediamo alle autorità dell’Unione Europea di abolire le prigioni per i migranti e di smettere di reprimere le persone sulla base del loro luogo di origine. Di fare pressione sui suoi paesi membri e vicini che commettono violazioni dei diritti umani.
Basta pagare i paesi vicini per uccidere i migranti, basta con la politica dell’ipocrisia.
Chiediamo alle autorità polacche di abolire i “centri per stranieri” chiusi e di permettere a tutti di partecipare alla loro procedura di asilo e di aspettare il risultato senza essere incarcerati.
Chiediamo una politica migratoria seria che si basi su un approccio razionale alla questione e offra soluzioni realistiche che mettano al primo posto la vita e la salute delle persone.
Chiediamo l’asilo per tuttx coloro che lo chiedono.
È ora di revocare lo stato di emergenza illegale alla frontiera e di abbandonare la folle idea di costruire un muro al confine con la Bielorussia. Questo monumento della vergogna che prende di mira le persone causerà anche danni irreversibili alla natura.
Non chiediamo alle autorità bielorusse di fare qualcosa. Sappiamo molto bene che i diritti umani e la democrazia non esistono in quel paese. Pertanto, che Lukashenko e tutti i funzionari che commettono torture e stupri possano marcire all’inferno, cosa che gli auguriamo con tutto il cuore.
Facciamo appello ai media, che hanno già perso così tanto della loro missione di raggiungere la verità e fornire informazioni affidabili che si accontentano delle veline dei servizi. Avere un dibattito pubblico su qualcuno senza il suo contributo è una totale parodia del pluralismo e della democrazia.
Sia durante che dopo la manifestazione, ci avete fatto continuamente domande – chi siamo, perché questo modo, come possiamo contattare gli organizzatori, che, tra l’altro, non esistevano.
Ma siete fottutamente sordi? È ora di darsi una svegliata!
Tutta la manifestazione è stata un grande grido e una richiesta per dare finalmente voce alle persone con esperienze di migrazione. Quando un dito indica il cielo, solo uno stupido guarda il dito.
Se siete interessati a questo argomento allora andate nella prigione chiamata “centro per stranieri”. Ce ne sono molti in Polonia. Chiedete di vedere i detenuti e parlate con loro della loro situazione.
Per i vostri programmi, invece di Bosak, Tusk e Cejrowski, invitate persone che sono state costrette a rischiare la vita e la salute delle loro famiglie sulla strada verso un’Europa che si vanta del rispetto dei diritti umani. Vi garantiamo che racconteranno cose molto più interessanti di quelle menzionate sopra.
Infine, date voce a coloro che sono picchiati, imprigionati e privati dei loro diritti.
È per questo che esistete

RACCOLTA FONDI PER LE SPESE LEGALI

Il 12 febbraio 2022, durante una manifestazione di solidarietà con i detenuti del Centro di detenzione per stranieri a Krosno Odrzańskie, un braccio armato dello stato ha risposto alla protesta con la forza. Una persona è stata ricoverata in ospedale e molte altre sono state buttate a terra e picchiate. 11 persone sono state arrestate. Sono state accusate di violenza “attiva” contro un pubblico ufficiale, e quindi, se in manifestazione possono essere imprigionate da uno a 10 anni. Molte persone sono state denunciate. Oggi i manifestanti affrontano conseguenze legali. Noi raccogliamo soldi per l’assistenza legale e medica, in modo che nessuno sia lasciato solo con il suo problema. Hanno avuto il coraggio di opporsi alla criminalizzazione della migrazione, ora è il momento di prenderci noi cura di loro. La solidarietà è la nostra forza.

Per donare – https://pomagam.pl/7w7eph?fbclid=IwAR3qdXPER5K6dU_JtdRk2LGjchxU8bD0AdezIpq7MzTagjIFQj9jWjXQvwU

I centri di detenzione per stranieri sono un’istituzione specifica concepita per punire le persone per la loro origine. Le persone private della loro libertà, in virtù del loro passaporto, non hanno essenzialmente alcun diritto. Non sanno per quanto tempo saranno confinati, sono privati del contatto con la famiglia e le persone care, e sono privati di cure mediche e psicologiche adeguate. Sperimentano violenza e disprezzo da parte dei membri delle guardie. Non hanno accesso agli avvocati. Non sanno in quale fase del processo di asilo si trovano. Possono essere deportati in qualsiasi giorno. Sono costretti a stare in celle sovraffollate, senza alcuna attività.

Trattare le persone in questo modo è una tortura. Non accetteremo mai tutto questo!


L’APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE

nobordersteam.noblogs.org

Basta con la criminalizzazione dei migranti

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro che sono detenuti nei centri di detenzione chiusi. Ufficialmente si chiamano centri per stranieri, ma noi preferiamo parlare di centri di detenzione perché le condizioni in cui vivono queste persone non hanno nulla a che vedere con quello che legalmente dovrebbe essere un centro per stranieri.
Non dimenticheremo queste persone, anche se le autorità stanno cercando di fare tutto ciò che è in loro potere per cancellare la loro esistenza dall’attenzione e dalla consapevolezza pubbliche.

La migrazione non è un crimine. Ognuno ha il diritto di cambiare il proprio luogo di residenza, che sia perché cerca una vita migliore oppure no. Tuttavia, nonostante non abbiano commesso alcun crimine, i migranti sono perseguiti e imprigionati in tutta Europa.
Questo è inaccettabile! Per mostrare la nostra solidarietà abbiamo deciso di riunirci tutt* insieme al centro di detenzione di Vengen.

*Sabato 12.02.22: Manifestazione internazionale contro il centro di detenzione di Vengen
Punto d’incontro 12:00 a Krosno Odrzańskie, Townsquare, Polonia
Porta i tuoi striscioni e i tuoi amici!*

La libertà di movimento è uno dei diritti umani fondamentali. Per secoli, governanti e governi hanno cercato di tenerla sotto controllo. Ai giorni nostri abbiamo l’illusione di vivere in un mondo in cui i diritti umani sono rispettati. Ma davanti ai nostri occhi è in atto una brutale segregazione delle persone, tra chi è “legale” e chi è “clandestino”. Quelli “illegali” sono privati dei diritti fondamentali; il diritto alla libertà – venendo incarcerati a tempo indeterminato nei cosiddetti “centri di detenzione” – e il diritto alla vita – le persone detenute dopo aver attraversato il confine, spesso sull’orlo dell’esaurimento, vengono riportate nella foresta e lì abbandonate. Sappiamo di una dozzina di persone assassinate in questo modo, e abbiamo sentito di diverse dozzine di persone trovate in fin di vita nella foresta. Nessuno sa quante vite siano già state consumate dal regime di confine in Polonia e in Europa.

Le persone che sono riuscite a compilare le domande di asilo e quelle che, grazie agli sforzi di molte persone e di gruppi di aiuto, non sono state portate nella foresta, finiscono in centri di detenzione chiusi. Non sanno quanto tempo vi trascorreranno, non sanno in che fase si trovi la loro procedura, non hanno contatti con i parenti o con il mondo esterno, sono tenuti in celle sovraffollate e spesso non sanno nemmeno dove si trovino. La mancanza di informazioni fornite a queste persone sul proprio caso – che presumibilmente si trovano lì per decreto amministrativo – e l’assenza di un vero quadro giuridico rende le condizioni di vita all’interno di questi centri ancora peggiori che nelle carceri. Settimane e mesi trascorsi in queste condizioni, temendo la deportazione o più mesi in isolamento, aumentano la frustrazione, la depressione e le cattive condizioni di salute. Completamente privati del potere di decidere per sè stessi, hanno poca scelta di mezzi di protesta. Sciopero della fame e rivolta. Queste sono le misure di ultima istanza. Nessuno che non sia portato agli estremi sceglie di rischiare la vita morendo di fame o rischiando una pacificazione brutale.

La propaganda anti-immigrazione consente di suscitare nella società un timore irrazionale per gli “estranei”, che consente l’introduzione di ulteriori stati di emergenza e restrizione della libertà non solo per i migranti, ma per tutta la società. Esternamente, imprenditori e politici mostrano preoccupazione attraverso enti di beneficenza generosamente sovvenzionati mentre in realtà, nella sfera politica, fanno di tutto per mantenere lo status quo, ovvero la dipendenza dei cosiddetti “paesi del sud del mondo”. Ignorano il fatto che questa dipendenza porta alla guerra, alla disuguaglianza nella distribuzione delle risorse, alla fuga e alla migrazione. Sostenuto dai resoconti dei media, ci stiamo abituando sempre più al fatto che una vita valga diversamente a seconda del lato del confine in cui si trovi.

Non accettiamo tale oggettivazione delle persone.

Chiediamo:
– di non trattare più come criminali le persone con un’esperienza migratoria
– lo smantellamento dei centri di detenzione
– l’ammissione da parte dell’Unione Europea e della Polonia di tutte le persone che desiderano soggiornare nei loro territori
– la sospensione di TUTTE le deportazioni
– l’attuazione di programmi che consentano l’adattamento nei nuovi paesi di arrivo
– di creare insieme una nuova politica e di cambiare completamente un sistema che non è adatto alle sfide del mondo attuale, come ad esempio il riscaldamento globale e le sue conseguenze
– la sospensione della costruzione di un muro al confine polacco-bielorusso, rivolto direttamente ai migranti e che porta all’irrimediabile distruzione della foresta di Białowieża.

Non vogliamo niente di meno che distruggere la Fortezza Europa e porre fine al sistema globale di frontiere.

Per questo lanciamo la chiamata per una manifestazione internazionale a Krosno Odranskie, dove si trova uno dei centri di detenzione più brutali: Vengen.

*Il 12 febbraio invitiamo tutte le organizzazioni e gli individui solidali a venire e a riunirsi nella piazza di Krosno a mezzogiorno, da dove andremo insieme al centro di detenzione.*
Porta striscioni e amici! Prenditi cura dei/delle altr*. Vieni preparato e autonomo. Assicurati di indossare una maschera. Ci sarà cibo. Se vuoi contribuire con qualcosa, dare un contributo o hai domande, puoi scriverci un’e-mail a no_borders_team
@riseup.net