La polizia minaccia, picchia e ruba i soldi ai migranti
LA POLIZIA MINACCIA, PICCHIA, E RUBA SOLDI AI MIGRANTI DI PASSAGGIO
Che la polizia picchi e rubi non è una novità.
A Nantes la polizia ha ucciso ieri sera un ragazzo, Aboubacar, sparandogli al collo durante un semplice controllo stradale. Oggi a Bardonecchia è stato sepolto Mohamed, 28 anni, morto di frontiera quest’inverno a causa dei respingimenti della polizia.
Qui alla frontiera, ruba i soldi ai migranti di passaggio che riesce ad acchiappare. Ieri sera, quattro ragazzi sono stati fermati dalla gendarmerie mentre cercavano di arrivare in Francia. Erano praticamente ancora in territorio italiano. Li hanno portati alla PAF (polizia di frontiera). Un poliziotto gli ha detto di vuotare le tasche: e si è preso 50 euro, la sua quota personale, la tassa di questa dogana che tanto non fanno passare. A un altro dei fermati gli hanno detto di dargli la SIM del telefono. L’interpellato ha detto di non averla. L’hanno perquisito, e dopo avergli trovato e preso la SIM da una tasca, uno dei poliziotti gli ha tirato uno schiaffo. A un altro dei fermati, hanno detto che ormai hanno il suo nome e non potrà mai più tornare in Francia. Nonostante le minacce non gli è stato dato nessun foglio,neppure quei “refus d’entrée” che vengono consegnati a chi viene rimandato dall’altro lato della frontiera. Qualche giorno fa altri due ragazzi sono stati presi a ceffoni, minacciati di non riavere i documenti italiani e derubati di 300 euro. Sempre da un poliziotto alla PAF.
Schiaffi e qualche botta non sono una novità. Come non lo è la caccia all’uomo, ora effettuata anche da gendarmi in civile che si fanno delle passeggiate sui sentieri. Probabilmente per non spaventare i turisti durante il giorno con le loro brutte divise. Anche le minacce sono spesso ricorrenti: “se non vi fermate sparo”, o “vi rimpatriamo al paese”, oppure “vi mandiamo in prigione”. Di solito le deportazioni vengono fatte in macchina, ma già è capitato che le persone siano state respinte a piedi fino alla frontiera italiana seguite a passo d’uomo da una macchina di poliziotti.
Sempre ieri, come spesso accade, quattro minori sono stati respinti alla frontiera italiana. Di nuovo, non gli hanno nemmeno rilasciato un “réfus d’éntrée”. Almeno uno, aveva un documento che testimoniava i suoi 16 anni.
Le loro strategie intimidatorie non ci sorprendono e non rimarranno nel silenzio della montagna, e le loro frontiere continueranno a essere bucate.
All Cops Are Borders