Aggiornamenti dal CPR di Torino

Aggiornamenti dal CPR di Torino

3 Maggio 2022 Non attivi Di passamontagna

AGGIORNAMENTO DEL 28 E 29/04/2022 DAL CPR DI TORINO – No Cpr Torino

Nel CPR di Corso Brunelleschi continuano a susseguirsi le proteste.

Dall’area Bianca ci raccontano di essere in 40 su un massimo di 35 posti letto. In quest’area – dove sono recluse principalmente persone Tunisine – di fatto si susseguono entrate e uscite ai fini del rimpatrio (per maggiori approfondimenti “Come funziona la deportazione” e “Continuano le deportazioni con la Tunisia”) contro il quale le ribellioni non tardano a farsi sentire. Ieri mattina verso le 4:00 una persona detenuta nell’area Gialla è stata coattamente prelevata per essere deportata generando nell’intero centro una forte protesta che ha dato voce alla rabbia contro l’apparato che gestisce il CPR, contro chi reclude e rimpatria delle persone solo per non avere il “giusto” documento. E’ stata forte la solidarietà espressa alla persona deportata che in quel momento subiva l’oppressione e la violenza totalizzante dello Stato. Alcune persone per tentare di bloccare la deportazione hanno ingerito delle lamette, delle batterie e del vetro.

Spesso abbiamo sottolineato che tipo di strumento è la sanità in questi centri, sia per chi ha il coltello dalla parte del manico, ma anche per chi si rivolta e utilizza ogni mezzo a sua disposizione nel tentativo di capovolgere la situazione e di autodeterminarsi per la libertà ( “APPROFONDIMENTO SULLA SANITÀ ALL’INTERNO DEL CPR DI TORINO” e “Opuscolo: Riflessioni sulla gestione sanitaria all’interno del CPR”). Proprio per queste ragioni 7 giorni fa una persona detenuta dell’area Bianca ha tentato il suicidio. È intervenuto l’ispettore, il quale ha tagliato la corda facendo cadere il ragazzo e procurandogli così dei gravissimi traumi facciali. La persona è stata trasferita in infermeria dove è praticamente in isolamento. Da 7 giorni è in sciopero della fame e ieri è arrivata la notizia che ha iniziato lo sciopero della sete; la sua richiesta è di uscire dal CPR.

AGGIORNAMENTO DELL’ULTIMA ORA:

Abbiamo saputo che alle ore 4:00 quattro reclusi, fra cui probabilmente la persona in sciopero della fame e della sete, sono state rimpatriate dal centro. Così si esplica ancora una volta la brutalità del sistema di controllo dei flussi migratori. Non importa quale sia la condizione psico-fisica e la tensione di chi tenta di attraversate le frontiere, l’unico interesse risiede nell’alimentare la proficua macchina detentiva ed espulsiva. 

Ribadiamo la nostra complicità a chi si ribella dentro i CPR.

La lotta non si arresta fuori e dentro le mura.

SOLIDARITA’ AI RECLUSI IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE.

Video Player

AGGIORNAMENTO DEL 26/04/2022No Cpr Torino

Ieri, durante il presidio solidale al Centro di permanenza per il Rimpatrio di corso Brunelleschi, dopo aver ripetuto più volte il numero del telefono che utilizziamo per sentire i reclusi, da dentro ci hanno chiamato due persone.

Un ragazzo tunisino detenuto nell’area Verde ci ha raccontato le condizioni che vivono quotidianamente nel centro. Rispetto allo stato delle aree, alla fornitura di cibo scaduto, alla possibilità di comunicare con l’esterno, nulla è cambiato con il subentro di ORS. Dalle parole di chi ci ha chiamate sappiamo che il giorno precedente tante persone recluse sono state male, qualcuno è stato addirittura portato in ospedale, perché l’unico pasto fornito consumabile (è in corso il Ramadan) era marcio e avvelenato. I reclusi inoltre continuano ad avere difficoltà a comunicare sia coi parenti (le schede telefoniche per l’estero costano 5 euro e danno a disposizione 8 minuti) sia con gli avvocati: pare che in questi giorni le videoconferenze con i difensori siano sospese. Pochi giorni fa inoltre sembra che parecchie persone siano uscite dall’area Bianca, probabilmente per essere rimpatriate. La seconda persona che ci ha contattato presente nell’area Blu ci ha parlato dei suoi problemi fisici, totalmente ignorati e silenziati dall’infermeria del centro. Una delle tante  situazioni drammatiche in cui le cure di cui si avrebbe bisogno vengono sistematicamente negate. Come nelle carceri, non esiste possibilità di ricevere un’assistenza sanitaria adeguata a problematiche più o meno gravi.

Una brevissima riflessione sulla gestione di questi posti: la nuova società gestrice ORS si presenta in assoluta continuità con la vecchia GEPSA, che per anni ha avuto l’appalto del Centro di Torino. Questa continuità rappresenta semplicemente l’interesse di chi prende in carico questi luoghi: il guadagno. Chi lucra e specula sulla vita delle persone recluse non ha alcun interesse per il benessere o la salute di chi è richiuso. Nessun cambio di gestione di questi posti può portare ad un miglioramento delle condizioni di vita di chi è detenuto. L’unico miglioramento possibile è la distruzione dei CPR.