Nella serata di sabato 4 Febbraio è scoppiata una rivolta all’interno del CPR di corso Brunelleschi duramente sedata con celere e gas lacrimogeni. Sono state 3 le aree coinvolte e nelle mense è partito un incendio.
La protesta è partita per via delle orrende condizioni di detenzione e delle forme di tortura che l’ente gestore ORS Italia, con il sostegno della questura, attuano giornalmente.
Da dentro ci raccontano che il cibo è avariato e contiene psicofarmaci, le celle sono fredde, non c e l acqua calda e le sezioni sono piene di spazzatura.
Le guardie giornalmente somministrano psicofarmaci coattamente e picchiano i detenuti. Ci raccontano di una stanza adibita ai pestaggi.
I solidali che nella serata di sabato 4 sono andati sotto le mura del CPR, hanno potuto sentire le urla delle persone in protesta, l’odore dei gas lacrimogeni sparati dalla celere dentro e il fumo dell’incendio. Hanno potuto anche vedere 3 ambulanze allontanarsi su via Monginevro. Infatti in serata qualcuno da dentro ci ha raccontato di 3 persone trasferite in ospedale e di violenti pestaggi atti a reprimere la rivolta. Alcune persone sono rimaste a terra ferite senza soccorso.
Per non lasciare solo chi è dentro, nel tardo pomeriggio di domenica 5 un gruppo di solidali si è trovato nel prato di Corso Brunelleschi dando vita a un presidio mobile in solidarietà con i reclusi e con i rivoltosi.
Durante questo momento alcune persone sono salite sul tetto dell’area Bianca al grido di libertà.
Le battiture si sono alternate alle urla di protesta. Numerosi fuochi sono stati accesi costringendo i vigili del fuoco ad entrare nella struttura.
Nonostante il blocco delle comunicazioni imposto dall’ente gestore durante il presidio, una chiamata ha bucato i muri. Oltre a ricordarci le torture che subiscono quotidianamente, ci hanno aggiornatǝ su quello che succedeva dentro incluso l ingresso di alcune camionette nelle aree in rivolta.
Ben presto infatti i solidali hanno potuto sentire ancora una volta l odore dei gas lacrimogeni.
Durante la serata abbiamo saputo che 3 aree su 4 sono state rese inagibili, le persone hanno dormito fuori senza coperte ne tantomeno materassi e sorvegliati a vista dalle guardie. Alcune persone gravemente ferite nel pestaggio non hanno ricevuto alcun soccorso.
La richiesta che forte arriva da dentro è quella di rompere il muro di silenzio che circonda la detenzione amministrativa e fare sapere fuori da quella prigione le violenze a cui sono sottoposti quotidianamente.
Muro di silenzio infranto in questi giorni grazie alla determinazione dei reclusi che hanno continuato a chiamare i solidali fuori nonostante l’evidente tentativo da parte della gestione del CPR di isolare i detenuti e recidere, con il blocco delle cabine, ogni chiamata all’estero.
Su no cpr torino pubblichiamo gli audio con le testimonianze di questi ultimi giorni.