Nel centro di detenzione amministrativa di Vincennes (CRA) la polizia uccide, l’ASSFAM chiude gli occhi
Pubblicato su Abaslescra.noblogs il 15/06
Mercoledì 14 giugno, alcune persone hanno fatto visita a sorpresa all’Assfam – l’associazione presente nel centro di detenzione amministrativa di Vincennes – nella sua sede nel IX arrondissement di Parigi, con uno striscione, volantini, manifesti e slogan. L’Assfam non ha speso una parola per M., trovato morto nella sua cella il 26 maggio dopo essere stato picchiato dalle guardie. Non una parola sulle condizioni di detenzione dei detenuti. Va detto che l’Assfam riceve oltre 5 milioni di euro di sovvenzioni per la sua presenza nei centri di detenzione. Il prezzo del suo silenzio, della sua complicità.
Soprattutto, non vedere nulla, non dire nulla, non fare nulla che possa mettere in imbarazzo lo Stato. Non si può negare che l’Assfam, l’associazione pagata dallo Stato per fornire una parvenza di accesso alla legge all’interno dei centri di accoglienza, sappia esattamente dove si trovano i suoi interessi. E chiaramente non sono dalla parte dei reclusi.
La morte di M., trovato morto nella sua cella nel centro di detenzione di Vincennes venerdì 26 maggio dopo essere stato picchiato dai poliziotti, lo dimostra.
Quando abbiamo saputo della morte di M., l’Assfam ha inizialmente cercato di nascondercelo, come al solito, “non sapendo nulla”. Come al solito, perché ogni volta che li abbiamo contattati per denunciare casi di violenza poliziesca o medica nel CRA (CPR), non ci è stato detto nulla.
L’Assfam ha poi cercato di nascondersi dietro l’AFP. Riferendosi a M., la responsabile dell’associazione ha spiegato che “si tratta di una persona che l’Assfam non ha incontrato da quando è stato messo in detenzione, in quanto non è venuto nei nostri uffici quando gli abbiamo proposto la nostra assistenza legale e amministrativa”. Quest’ultima non ha avuto una parola per M., non una parola sulle condizioni di detenzione dei detenuti.
Se M. non è venuto a trovare l’Assfam, come dice lei, è perché i reclusi all’interno del CRA hanno capito da tempo che l’associazione è complice di questo sistema di reclusione e che, nella migliore delle ipotesi, serve a poco…
Nei giorni scorsi, diversi detenuti hanno cercato di sporgere denuncia contro i poliziotti. Ma si sono subito resi conto che l’Assfam non li avrebbe sostenuti ancora una volta. Un recluso è stato accolto con un commento moralista di vecchio stampo: “Sei davvero sicuro di voler sporgere denuncia? Non dovresti parlare male alla polizia”…
L’Assfam, che riceve 5 milioni di euro di sovvenzioni per la sua presenza in quattro CRA della Francia continentale (Vincennes, Metz, Lille e Strasburgo), è un ente di beneficenza decisamente marcio. E appartiene a un gruppo altrettanto marcio. L’Assfam è una delle 650 strutture, associazioni e imprese sociali di proprietà del Gruppo SOS. Questo “leader dell’imprenditoria sociale in Europa” impiega 20.000 persone e ha un fatturato di oltre un miliardo di euro.
Il suo capo, Jean-Marc Borello, è un amico di Macron. Ha partecipato al programma del 2017 ed è membro del comitato che prepara le elezioni presidenziali del 2022.
Questo gruppo, che è coinvolto in una moltitudine di attività (sanità, asili nido, ecc.), si è specializzato nella reclusione dei giovani: gestisce centri educativi chiusi (CEF) e centri educativi rinforzati (CER). Queste anticamere del carcere, a metà strada tra casa e prigione, sono presentate dallo Stato come un’alternativa alla detenzione. Inoltre, gestisce strutture per chi esce dal carcere e, in collaborazione con il governo, gestisce migliaia di posti di “accoglienza” per i migranti.
Abbasso l’incarcerazione e i suoi complici!
Giustizia per M., fuoco al centro di detenzione di Vincennes e a tutti gli altri!