Sulla biciclettata del 2 giugno – CONTRO IL RAZZISMO DI STATO E LE SUE POLITICHE MIGRATORIE

Sulla biciclettata del 2 giugno – CONTRO IL RAZZISMO DI STATO E LE SUE POLITICHE MIGRATORIE

3 Giugno 2019 Non attivi Di passamontagna

Un corteo di bici è partito ieri da Piazza Castello per arrivare al presidio al CPR, lasciando striscioni e scritte in terra lungo il percorso.
Alcune foto e il testo del volantino distribuito.
Solidarietà ai reclusi nel CPR.
Solidarietà a Silvia, Anna, e tutti/e i/le compagni/e in sciopero della fame per la chiusura della sezione AS2 del carcere de l’Aquila!
CONTRO OGNI GALERA TUTTI E TUTTE LIBERE!

Sono passati mesi dall’entrata in vigore del Decreto Sicurezza e Immigrazione. E ora prossimo è il Decreto Sicurezza Bis, che andrà a colpire ogni forma di protesta in strada e a criminalizzare ancora di più immigrazione e solidali. Non vogliono lasciare più nessuno spazio di autorganizzazione. L’obiettivo del governo è di massacrare ogni forma di pensiero e pratica differente da quella prestabilita.
Vogliono aumentare i controlli in ogni strada e piazza. Stanno criminalizzando ogni forma di solidarietà verso gli immigrati e prevedendo sanzioni e pene durissime per ogni pratica di lotta e manifestazione diversa dalla sfilata concertata con la prefettura. Ormai anche mettere uno striscione al balcone è considerato un reato.

Le politiche migratorie assassine continuano a fare morti in mare, a costruire lager in Libia e in Italia, mentre i politici nella loro campagna elettorale permanente giocano sulla pelle della gente bloccata sulle navi fomentando odio e razzismo. Attraverso la costruzione del “nemico esterno”, il sistema cerca di canalizzare la rabbia sociale – data da una condizione materiale sempre più difficile e precaria – nella paura e nel rifiuto delle popolazioni immigrate.

Vogliono costruire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) per regione, le prigioni per senza documenti in cui ora possono detenere le persone fino a sei mesi. Lager in cui finiscono coloro che non hanno il pezzo di carta considerato “giusto”, e dove sono detenute in attesa che si scelga sulla loro vita: se essere rilasciati dopo sei mesi di carcere o se essere “reimpatriati” nel loro paese natio. Prigione come quella che è qui a Torino, in Corso Brunnelleschi, e che arriva a detenere 1400 persone in un anno. Lager che non dovrebbero semplicemente esistere.
Contro tutto questo siamo per strada oggi.

Contro i Decreti Salvini, che, in continuità con il decreto Minniti, non sono che una guerra dichiarata ai più poveri, agli sfruttati, a tutti coloro che cercano di opporsi al sistema di selezione e controllo che vige in questa società. Contro i lager per senza documenti. Contro quel pagliaccio di Salvini che gioca sulla pelle degli altri per la sua propaganda assassina.

Per un mondo senza frontiere né autoritarismi