Settimana di proteste e fuochi nel CPR di Torino

29 Novembre 2019 Non attivi Di passamontagna

ripubblichiamo due brevi contributi provenienti da torino rispetto le proteste che hanno visto di nuovo bruciare il CPR di C.so Brunelleschi a Torino questa settimana.

per rimanere aggiornati
-leggete passamomìntagna.info
-leggete il blog di autistici, macerie
-ascoltate Radio Blackout 105.250

 

MALINVERNO, ULTIME DAL CPR
da macerie @ Novembre 23, 2019

Nel C.P.R. di Corso Brunelleschi non si dorme mai. Dopo i numerosi tentativi di evasione, di cui l’ultimo riuscito pochi giorni fa dall’area Viola, e gli incendi di suppellettili appiccati con scadenza quasi regolare negli ultimi mesi, dal tardo pomeriggio di venerdì 22 novembre tutti i detenuti dell’area Viola hanno deciso di organizzarsi e iniziare insieme uno sciopero della fame. Per non abbassare la testa e rassegnarsi alle infauste condizioni in cui sono costretti a vivere. Condizioni rese ancor più dure dal complessivo taglio dei “servizi” all’interno dei Centri, in seguito alla riduzione dei fondi stanziati dal Governo alle ditte che li gestiscono.

L’inverno è arrivato anche nel Cpr, accompagnato dall’amara constatazione che anche quest’anno il riscaldamento è guasto. Le docce sono fredde, non ci sono materassi e in molti sono costretti a dormire per terra, il numero dei lavoranti che consegnano e distribuiscono i pasti è diminuito, per cui il vitto è ulteriormente peggiorato. Il sapone viene distribuito ogni quindici giorni in pacchetti monodosi e anche il barbiere passa sempre più di rado. Per farsi vedere da un medico non basta una richiesta ma bisogna insistere parecchio, far casino insieme ad altri reclusi o iniziare uno sciopero della fame, per l’appunto.

I detenuti in lotta nell’area Viola, dopo essersi confrontati per ore, hanno deciso di scrivere un testo collettivo in cui sono confluite le loro istanze di protesta che chiedono di diffondere il più possibile. Hanno inoltre chiesto alla Direzione della struttura di riportare le loro richieste direttamente alla Prefettura di Torino. Determinati e decisi nell’obiettivo che si sono prefissati hanno infine lanciato un appello ai reclusi delle restanti aree affinché si uniscano alla loro protesta, allargando la lotta e rendendola più incisiva.

Fra le tante storie che popolano quelle infauste mura c’è quella di Gabriel, rinchiuso anche lui nella medesima area. La sua rabbia oltre ad essere alimentata dalle disumane condizioni in cui è costretto a vivere è stata accesa dalle particolari ma non eccezionali condizioni in cui è stato fermato prima di essere portato nel Centro torinese, che ci chiede di raccontare. In Italia con gravi problemi di salute, Gabriel è stato imprigionato il 6 luglio, mentre si era fermato ad aiutare una ragazza a scappare da un’aggressione notturna. L’arrivo delle pattuglie come sempre non è stato di aiuto e ha decretato che Gabriel venisse portato nella Questura di via Grattoni perché senza documenti, per poi essere trasferito nelle celle di sicurezza del commissariato di San Paolo. Qui è stato denunciato per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale e, ancora una volta, trasferito nel carcere delle Vallette, dove è rimasto qualche mese per poi essere portato dentro il C.P.R. torinese.

In questo momento, oltre ai reclusi dell’area Viola, altri detenuti senza-documenti privati della loro libertà nel Centro di Permanenza di Torino portano avanti proteste individuali. Said, rinchiuso nell’area blu, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’assenza di assistenza sanitaria. Sono giorni infatti che non vede il medico nonostante lamenti gravi problemi ai denti dovuti ad un incidente. Un altro recluso, sempre dell’area blu, è diabetico e sta rifiutando il cibo perché non riceve cure adeguate e un’alimentazione consona alle sue esigenze.

Anche fuori da quelle mura qualcosa si muove ed alcuni nemici dei Centri hanno deciso di sostenere la lotta dei reclusi.

Mercoledì scorso alcune decine di solidali hanno tentato di rompere l’asetticità e il grigiore del Campus Einaudi per parlare della Sodexo, la ditta che distribuisce i pasti ai reclusi di corso Brunelleschi. Con striscioni, interventi al microfono e manifesti attacchinati sulle pareti di vetro del Campus si sono ricordate le responsabilità di questa multinazionale nel funzionamento di carceri e Centri per immigrati un po’ in tutto il mondo, lo stretto legame che intrattiene con gli eserciti negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna e la possibilità che Sodexo non reintegri i lavoratori del bar del Campus quando, a breve, ne otterrà la gestione. Qualche ora dopo, i solidali sono poi comparsi all’improvviso in corso Brunelleschi e con cori, fumogeni e petardoni hanno ricordato a chi si trova recluso che chi lotta non è mai solo.

Riportiamo qui di seguito il comunicato redatto dai reclusi dell’area Viola in sciopero della fame:

Noi ospiti dell’area Viola del CPR di Corso Brunelleschi chiediamo alla Direzione di riferire alla Prefettura che in data 22-11-2019 tutti i reclusi di quest’area entrano in sciopero della fame per protestare contro le specifiche che indichiamo di seguito.

A- I tempi di permanenza per l’identificazione troppo lunghi (6 mesi)
B- Le condizioni disumane in cui siamo costretti a vivere
C- I luoghi malsani in cui siamo rinchiusi: camere ovvero celle senza finestre e senza passaggio d’aria respirabile che causa la mancanza di ossigeno
D- Le docce e i bagni che siamo costretti ad usare che fanno schifo
E- Il ritardo nella somministrazione del cibo che arriva alle 14.30 pm o anche più tardi
F- Il cibo che fa schifo
G- La quasi mancanza di prodotti per l’igiene
H- L’assistenza sanitaria che non funziona
I- I pestaggi da parte degli addetti alla sicurezza
L- I 2,50eu per il mantenimento che non bastano
M- Le coperte che non vengono lavate
N- Le stanze che sono 4,20×9, 60mq inclusi bagno e toilet con 7 persone dentro

 

 

TRA SCIOPERI E FUOCO
da macerie @ Novembre 25, 2019

Lo sciopero della fame iniziato venerdì dai reclusi dell’area viola si è esteso oggi anche alle altre aree del Cpr: alla rossa, alla gialla, alla blu e alla bianca. Tutto il Cpr in questo momento è in sciopero della fame contro il peggioramento delle condizioni di reclusione, come sottolineano i reclusi con le loro rivendicazioni.

Accanto a questa mobilitazione ormai generale, continuano le azioni volte a impedire al Centro di funzionare, azioni che hanno accompagnato tutta la storia di questi luoghi di detenzione sin da quando si chiamavano Cpt. Nel pomeriggio di ieri i reclusi hanno dato fuoco ai materassi nelle aree blu e viola, rendendole di fatto inagibili, e sono stati comunque costretti a passarvi la notte dormendo per terra per l’assenza di materassi. Per spegnere il fuoco sono dovute entrare nel centro i mezzi dei pompieri, e una volta domate le fiamme è intervenuto anche un fabbro, per saldare la cancellata della viola danneggiata dall’incendio ed evitare che qualcuno potesse tentare la fuga. Nel frattempo fuori dal Centro, alcuni solidali sono riusciti, nonostante la pioggia, a far sentire le loro grida e incitare i reclusi, assicurando prima di andar via che sarebbero tornati presto.

Mentre scriviamo queste righe, i reclusi stanno discutendo su come andare avanti nella protesta e come coordinare le prossime iniziative tra le diverse aree, sotto gli occhi di un buon numero di celerini presenti nel Centro da oramai diverse ore per effettuare perquisizioni ed evitare altre fiammate di rabbia.

Per saper quello che sta succedendo dentro al Cpr direttamente dalle parole dei reclusi, potete ascoltare la puntata di oggi di Macerie su Macerie (25 novembre) andata in onda su Radio Black Out