La frontiera ha ucciso ancora

26 Maggio 2018 Non attivi Di passamontagna

Terzo morto in meno di venti giorni

Blessing, 21 anni, morta nel fiume mentre fuggiva da un inseguimento della Police National.
Mamadou, morto nei boschi per sfinimento in seguito un respingimento della polizia.

Oggi un altro cadavere è stato trovato nell’orario del Frejus, lato italiano. Un corpo in stato avanzato di decomposizione, ritrovato solo ora che la neve si sta sciogliendo.

3 morti in meno di venti giorni.

Questa frontiera sta diventando velocemente un cimitero.

Polizia. Gendarmerie. PAF (la polizia di frontiera). Chasseurs alpin (gli alpini). Sono loro i responsabili diretti di queste morti. La frontiera uccide attraverso le sue divise. Le “forze dell’ordine” sono il braccio armato di questo dispositivo di selezione ed esclusione che ultimamente è anche qui diventato assassino.

Se non ci fosse la polizia che controlla i documenti, chi vuole spostarsi potrebbe farlo in treno, in aereo o in bus.

La repressione delle “forze dell’ordine” verso i “migranti”, i “sans papiers”, si traduce in omicidio visibile su queste montagne, ma inizia da molto più lontano. Sono le retate nelle strade delle città, dove la polizia effettua sempre più blocchi specifici a caccia di chi un documento non ce l’ha, per minacciarlo o chiuderlo in un CPR. Sono le guardie dei Centri Permanenti per il Rimpatrio, i nuovi CIE che Minniti ha deciso di aumentare e mettere più vicino agli aeroporti per facilitare le deportazioni. Sono i dipendenti delle questure delle varie Commissioni Territoriali che hanno il potere di decidere se dare un pezzo di carta o meno ai “richiedenti asilo”.
È ogni divisa che risponde all’imperativo di selezione che chiedono le varie istituzioni politiche ed economiche.

La frontiera ha ucciso di nuovo.
Le “forze dell’ordine” sono l’esecutore materiale.

Non dimentichiamo, non perdoniamo.